La crisi del cinema italiano non fa certamente notizia: da anni, ormai, gli italiani disertano le sale cinematografiche, con conseguenze drammatiche sugli occupati del settore. Una spirale negativa cui concorrono diversi fattori: pirateria, concorrenza del digitale, film poco pubblicizzati, costo dei biglietti, sostanziale inaridimento della produzione creativa, scialba ripetizione di modelli importati.
E’ proprio per cercare di tamponare l’emorragia di spettatori – risucchiati dalla proiezione domestica – e per riportarne nelle sale almeno una fetta che di recente sono state concepite alcune iniziative su larga scala: un esempio è rappresentato dalla Festa del Cinema, una settimana – dall’8 al 15 maggio – incentrata su un sostanziale sconto al botteghino (i biglietti costano infatti 3 euro, 5 per gli spettacoli in 3D) nei cinema di mezza Italia e su una serie di proposte collaterali pensate per ingolosire gli amanti della “settima arte”: premi, ingressi gratuiti, eventi culturali di vario genere.
Insomma, come recita lo slogan, una “festa da urlo”: resta da vedere se basterà a invertire la tendenza degli ultimi tempi, o se rappresenterà l’ennesimo grido di dolore di un mondo che – di questo passo – rischia di precipitare in un’interminabile, eterna agonia.