L’Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi interviene nel dibattito che ha infiammato il Festival di Sanremo 2025, in seguito alla battuta di Carlo Conti “metti il turbo” rivolta alla co-conduttrice Elettra Lamborghini. L’espressione ha suscitato critiche da parte di attiviste femministe sui social, riaccendendo il dibattito sul patriarcato e la parità di genere nell’ambito televisivo e musicale.
Le polemiche non si sono limitate a questa battuta, ma hanno investito anche la classifica finale del Festival, che ha visto ai primi cinque posti esclusivamente artisti uomini. Questo ha generato un’ondata di indignazione per lo squilibrio di genere nella competizione, evidenziando una persistente problematica di rappresentanza femminile nel panorama musicale italiano. Tuttavia, va notato che il dibattito non ha toccato un altro aspetto rilevante, ovvero l’assenza di concorrenti di colore, sollevando ulteriori questioni legate alla diversità e all’inclusione.
La giornalista Eleonora Camilli ha espresso critiche sulla predominanza maschile tra i finalisti, ma ha ricevuto risposte contrastanti: alcuni utenti hanno sottolineato che il merito artistico dovrebbe essere il criterio principale di valutazione. Dario Brunori, classificatosi terzo, ha a sua volta riconosciuto la problematica dell’assenza femminile sul podio, pur cercando di stemperare la polemica ed evitare una lettura eccessivamente ideologica del risultato.
Anche Elodie è stata al centro del dibattito, dopo che la sua esibizione non ha ricevuto il riconoscimento atteso. Alcuni hanno attribuito questa esclusione a presunti pregiudizi sessisti, legati anche alle sue dichiarazioni politiche contro Giorgia Meloni. Tuttavia, il pubblico ha premiato altre proposte musicali, suggerendo che il gusto popolare abbia prevalso su ogni altra considerazione.
Nel tentativo di riportare l’attenzione sulla musica, il deputato del PD Matteo Orfini ha lamentato la scarsa presenza di canzoni socialmente impegnate all’interno del Festival. Parallelamente, la canzone “Bella Stronza” è stata accusata di contenuti sessisti, portando alla censura di alcune parti del brano a seguito delle proteste delle attiviste.
L’Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi auspica che il dibattito nato attorno al Festival di Sanremo 2025 possa tradursi in un confronto costruttivo sul ruolo della rappresentanza di genere e della diversità nel mondo della musica e dello spettacolo. La televisione pubblica ha il compito di promuovere un’industria culturale equa e inclusiva, in grado di riflettere le sensibilità e le esigenze di tutti i cittadini.