Il governatore della Florida ha firmato una legge volta a proteggere i bambini dagli effetti dannosi dei social media. La nuova legislazione, in vigore dal primo gennaio 2025, vieta l’accesso alle piattaforme di social media ai bambini sotto i 14 anni e richiede il consenso dei genitori per i ragazzi di 14 e 15 anni.
La legge impone alle piattaforme di cancellare gli account dei minori non autorizzati e implementare sistemi di verifica di terze parti per escludere gli utenti minorenni. Meta, la casa madre di Instagram e Facebook, ha espresso preoccupazioni riguardo alla discrezionalità genitoriale e alle implicazioni sulla privacy dei dati.
La Florida si unisce ad altri stati che hanno emesso legislazioni simili, riflettendo una tendenza nazionale. Questa mossa è motivata dalle preoccupazioni per gli effetti negativi dei social media sulla salute mentale dei giovani, una preoccupazione anche condivisa dalle autorità scientifiche. La situazione in Italia non è diversa, con una ricerca che conferma l’importanza di progetti di alfabetizzazione mediatica e digitale per proteggere i minori dagli impatti negativi online. Nel nostro Paese come è la situazione?
In Italia, la frequenza precoce dei bambini sui social media e le esperienze negative online rappresentano una crescente preoccupazione. Secondo una recente ricerca condotta dall’Università Cattolica, oltre la metà degli adolescenti tra gli 11 e i 13 anni ha dichiarato di aver avuto esperienze online negative “gravi e ripetute”. In particolare, piattaforme come YouTube emergono come uno dei principali contesti in cui si verificano queste esperienze.
Questi dati evidenziano la necessità di interventi urgenti per proteggere i minori dagli impatti dannosi dei social media. È fondamentale sostenere e promuovere progetti di alfabetizzazione mediatica e digitale, così come iniziative educative mirate a proteggere i giovani online. Tali progetti dovrebbero includere programmi di comunicazione che utilizzano le nuove tecnologie, lavorando in collaborazione con altre istituzioni coinvolte nel settore e coinvolgendo attivamente i fornitori di servizi mediatici e le piattaforme di condivisione video.