Scrivo questa lettera con un senso di confusione e, devo ammetterlo, di frustrazione riguardo a una dinamica che sto osservando da un po’ di tempo e che trovo profondamente ingiusta. Mi riferisco a come alcuni autori, attraverso una narrazione ben costruita e manipolatoria, riescano a distorcere la percezione della realtà, soprattutto quando si tratta di rappresentare una comunità delicata e importante come quella LGBTQ+.
Da sostenitore convinto della libertà di espressione, delle differenze culturali e di orientamento sessuale, trovo sconvolgente vedere come una persona, che teoricamente dovrebbe rappresentare questa comunità, in realtà la stia sfruttando per fini personali. Zeudi non solo è finta, per fini di gioco ma è anche tutelata. Ed È come se l’identità e le lotte di una comunità intera venissero strumentalizzate per alimentare un’immagine di convenienza, a scapito di chi invece vive quelle realtà con autenticità e difficoltà reali.
Ciò che mi lascia ancora più perplesso è il sostegno cieco che questa persona riceve da un fandom tossico, che sembra completamente scollegato dalla realtà dei fatti. È evidente che questo sostegno proviene in gran parte dall’estero, da persone che non hanno un contatto diretto con il contesto sociale e culturale in cui questa situazione si sta sviluppando. La distanza geografica e culturale impedisce loro di cogliere le sfumature, le conseguenze e, soprattutto, le dinamiche di manipolazione in atto.
Essendo un pubblico pagante, mi sono anche stancato di dover lottare contro i bot e le continue irregolarità che stanno alterando il senso di giustizia e meritocrazia. È frustrante vedere come questi meccanismi siano tollerati o addirittura incoraggiati, mentre chi sostiene la verità e la trasparenza viene ignorato o messo in secondo piano.
Mi chiedo come sia possibile che si sia arrivati a questo punto. Come possono gli autori — coloro che dovrebbero avere la responsabilità di raccontare la realtà con onestà e rispetto — accettare o addirittura favorire una rappresentazione così distorta e dannosa? Come è possibile che, in nome di un’ideologia o di una presunta inclusività, si finisca per tradire proprio quei valori che si afferma di voler sostenere?
Questa situazione, a mio avviso, non solo danneggia la persona direttamente coinvolta e presa di mira, ma anche l’intera comunità LGBTQ+, che viene rappresentata in modo ingannevole, e un intero paese, che si trova a essere deriso e manipolato agli occhi di un pubblico internazionale. È una questione di giustizia e di integrità: la diversità e l’inclusione non dovrebbero mai essere strumenti di manipolazione, ma valori autentici da proteggere e rispettare.
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