I prezzi dei carburanti non sono passati indenni ai rialzi delle quotazioni del petrolio. La decisione dell’Opec di tagliare la produzione, nonostante la netta opposizione degli Stati Uniti, ha fatto impennare la scorsa settimana il prezzo del greggio, con riflessi immediati sui prodotti raffinati e sui listini dei distributori che sono tornati a salire visibilmente. Il weekend è stato dunque all’insegna dei rialzi sia per la verde, che al self è arrivata a sfiorare 1,7 euro al litro, che per il diesel.
Il gasolio, che in questi mesi è sceso meno rapidamente e in modo meno consistente rispetto alla benzina, è tornato abbondantemente sopra quota 1,8 euro al litro.
Il prezzo medio nazionale della benzina fai da te è infatti a 1,690 euro al litro, in deciso aumento rispetto a 1,656 euro rilevato venerdì, con alcuni marchi anche a 1,708 euro. Il prezzo nazionale del diesel sempre al self service è invece di 1,836 euro, con un balzo ancora più evidente rispetto alla media di 1,765 euro di venerdì scorso. Il 10 ottobre, peraltro, le compagnie hanno mosso i prezzi raccomandati – Eni ha alzato di 3 centesimi il diesel, IP di 3 centesimi il diesel e la benzina, Q8 di 3 cent la benzina e di 4 il diesel, Tamoil di 1 cent il diesel – ma i rialzi, sottolinea Qe, devono essere ancora pienamente recepiti sulla rete.
L’aumento del costo del rifornimento rappresenta un grave rischio per la spesa degli italiani, non solo degli automobilisti. L’associazione segnala infatti come l’85% delle merci distribuite in Italia viaggi su gomma, con un effetto a catena tra il prezzo dei carburanti e quello dei prodotti alimentari e non.
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