A ottobre il Comitato dei Delegati della cassa forense voterà una proposta di riforma della previdenza che prevede l’aumento della percentuale dei contributi previdenziali e l’abbassamento delle pensioni (presenti e future) di circa il 35%.
Il Codacons e AssoURT scende in campo e chiede di sospendere e rinviare questa decisione.
Tu, da che parte stai?
La professione forense, tradizionalmente considerata una fonte sicura di prestigio e di reddito, sta affrontando negli ultimi anni un periodo di profonda crisi. I redditi degli avvocati, con pochissime eccezioni, sono in costante calo e la categoria convive ormai da tempo con problemi di fatturato e di riscossione delle parcelle.
Allo stato attuale, dalle ultime rilevazioni pubblicate da Cassa Forense sul reddito degli avvocati, sembrerebbe emergere che un quarto dei professionisti dichiari meno di 1.000 euro al mese, attestandosi su soglie di povertà mai raggiunte prima.
Secondo l’elaborazione della Cassa, i risultati consegnano uno spaccato in cui la professione dell’avvocato non ha più alcuna attrattiva, né in termini di decoro e prestigio, né in termini di remunerazione economica.
A testimoniare le difficoltà in cui versano gli avvocati, considerati i nuovi poveri, è il numero di legali che decidono di abbandonare la professione e con essa la cancellazione dall’albo.
Il motivo che porta molti avvocati a questa scelta è da rinvenirsi nelle difficoltà riscontrate nel pagare i contributi minimi richiesti dalla Cassa Forense.
Ebbene, a fronte della situazione descritta, nonché in seguito alla crisi economica causata dalla pandemia e alla diminuzione dei giudizi, la Cassa Forense se da un lato ha posticipato i contributi da versare dall’altro ha mantenuto inalterate le sanzioni per i versamenti in ritardo e gli interessi di mora, continuando ad alimentare il malcontento collettivo dell’intera categoria professionale.
Ma non tutti sanno che …
Nel mese di ottobre p.v. il Comitato dei Delegati della Cassa Forense prevede di votare una proposta di riforma del Regolamento della Previdenza che contiene un aumento in percentuale dei contribuiti previdenziali nonché ad un abbassamento delle pensioni – presenti e future – di circa il 35% arrivando così a dare il “colpo di grazia” a coloro che sin qui sono riusciti a resistere.
Tra i punti di riforma che si andrà a votare nel mese di ottobre, infatti, vi sono tra l’altro l’aumento dei contributi (compresi i pensionati); la diminuzione dell’ammontare delle future pensioni (incluse le minime) ed il mantenimento dell’attuale elevato importo delle sanzioni e degli interessi per i ritardati pagamenti.
Gli aumenti dei contributi con contestuali diminuzioni delle pensioni da erogare sarebbe reso necessario, secondo quanto affermato da Cassa Forense, dalla prevista situazione di non sostenibilità di bilancio ovvero di disequilibrio finanziario tra le entrate e le uscite tra il 2041 e il 2049.
L’ultimo bilancio consolidato della Cassa Forense, tuttavia, registra il migliore risultato di sempre, sia in termini di avanzo di gestione sia in termini di consistenza del patrimonio netto. Per questo motivo un aumento dei contributi e una contestuale diminuzione delle pensioni basati su ipotizzati – e non dimostrati – elementi quali l’allungamento del vita media e il calo degli iscritti nel lungo periodo, non appare legittimo, ma sembra anzi ingiustamente lesivo dei diritti degli avvocati.
Il Codacons e AssoURT, quindi, ha deciso di promuovere una raccolta firme per chiedere che l’adozione della riforma sia sospesa, appoggiando la lista 3 “Di Tosto – Vaglio”, candidata alle prossime elezioni per il rinnovo del Comitato dei Delegati, che si batte per bloccarne la votazione.
Se anche tu sei avvocato o praticante avvocato iscritto alla Cassa Forense e condividi la necessità di opporsi ad una proposta di riforma previdenziale che aumenta ingiustificatamente l’onere contributivo a fronte di una diminuzione delle pensioni
Clicca qui e chiedi insieme a noi il rinvio dell’approvazione di tali norme sino a quando non si conosceranno gli dati effettivi sugli elementi (quali i redditi degli iscritti, la diminuzione delle iscrizioni e l’aumento delle cancellazioni) che possono influire realmente sulla stabilità finanziaria di Cassa Forense.
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