La Corte costituzionale ha dichiarato illegittime le proroghe delle concessioni balneari in Sicilia, giudicandole in contrasto con la Costituzione italiana e la direttiva Bolkestein dell’Unione Europea.
Con la sentenza n. 109, la Corte ha annullato l’articolo 36 della legge di Stabilità regionale 2023-2025, che posticipava al 30 aprile 2023 il termine per presentare le domande di rinnovo delle concessioni demaniali marittime a scopo turistico-ricreativo. La Corte ha stabilito che questa proroga violava l’articolo 117, primo comma della Costituzione, che impone il rispetto degli obblighi europei.
Il Governo aveva sollevato la questione, sostenendo che la Regione Siciliana avesse ecceduto le sue competenze statutarie e violato la direttiva Bolkestein (2006/123/CE). Questa direttiva richiede che le concessioni demaniali siano messe a gara, vietando proroghe automatiche. La proroga fino al 30 aprile 2023 di fatto estendeva le concessioni fino al 31 dicembre 2033, in contrasto con la normativa europea e nonostante precedenti sentenze contrarie della Corte di giustizia dell’UE e del Consiglio di Stato.
La Corte ha evidenziato che le norme siciliane mantenevano un sistema di proroghe automatiche delle concessioni, già giudicato illegittimo a livello europeo. Questo perpetuava un regime che ostacolava l’ingresso di nuovi operatori economici, violando i principi di concorrenza stabiliti dal diritto dell’UE.
La sentenza ribadisce la necessità di conformarsi alle direttive europee, eliminando le proroghe automatiche e promuovendo una gestione delle concessioni balneari che favorisca la concorrenza e l’accesso al mercato.