Il concetto di economa circolare è entrato prepotentemente nella vita di ognuno di noi, ed è sempre più facile imbattersi in tale definizione sfogliando un giornale o ascoltando una notizia alla radio o in tv. Ma sappiamo esattamente cosa si intende quando si parla di “economia circolare”? I termine fa riferimento ad un modello di produzione, e al tempo stesso di consumo, capace di coniugare uno sfruttamento consapevole di risorse naturali e di prodotti, con lo scopo di estenderne il ciclo di vita e ridurne i rifiuti che essi producono. Un concetto destinato a sostituire quello dell’economia “lineare”, divenuto oramai eccessivamente impattante sul fronte ambientale poiché basato su un ciclo di vita del prodotto che prevede prima l’estrazione, poi la produzione, e a seguire distribuzione, consumo e smaltimento. Nell’economia lineare il prodotto, dopo la realizzazione e il
consumo, cessa di vivere, e diventa un rifiuto inutilizzabile che impatta sull’ambiente in cui viviamo e sul clima. Una linea retta, quindi, che prevede un inizio e una fine. Al contrario nell’economia circolare una risorsa, dopo essere diventata un prodotto di consumo, non smette di esistere, ma trova una seconda vita e viene reimmessa nel ciclo economico. I principi base di tale modello economico sono la sostenibilità ambientale, ad esempio producendo beni e servizi usando una minore quantità di risorse della natura o allungando la vita utile del prodotto invece di buttarlo via al minimo segno di usura, il riciclo, smaltendo correttamente i rifiuti per poterli trasformare in nuove risorse, la condivisione, superando il concetto di proprietà unica e mettendo un bene o servizio a disposizione della collettività o dell’ambiente.
Per favorire la diffusione dell’economia circolare, a marzo 2020 la Commissione europea ha presentato il piano d’azione per una nuova economia circolare che include proposte sulla progettazione di prodotti più sostenibili, sulla riduzione dei rifiuti e sul dare più potere ai cittadini, come per esempio attraverso il ‘diritto alla riparazione’. I settori ad alta intensità di risorse, come elettronica e tecnologie dell’informazione e della comunicazione, plastiche, tessile e costruzioni, godono di specifica attenzione. Nel febbraio 2021 il Parlamento europeo ha votato per il nuovo piano d’azione per l’economia circolare, chiedendo misure aggiuntive per raggiungere un’economia
a zero emissioni di carbonio, sostenibile dal punto di vista ambientale, libera dalle sostanze tossiche e completamente circolare entro il 2050. Sono anche incluse norme più severe sul riciclo e obiettivi
vincolanti per il 2030 sull’uso e l’impronta ecologica dei materiali.