Il Sud d’Italia continua a bruciare: sull’emergenza incendi abbiamo presentato una istanza alle Regioni Puglia, Calabria, Sardegna e Sicilia, volta ad accertare se gli enti locali abbiano messo in atto tutte le misure previste dalle legge per proteggere il patrimonio boschivo ed evitare roghi. Inoltre, mettiamo a disposizione dei cittadini una nomina di persona offesa per chiedere un risarcimento dei danni!
I FATTI
Gli incendi che hanno colpito il Sud Italia richiedono delle risposte in relazione ai profili di responsabilità. In particolare, è necessario stabilire la sussistenza dei reati ex artt. 423 (incendio: “Chiunque cagiona un incendio è punito con la reclusione da tre a sette anni. 2. La disposizione precedente si applica anche nel caso d’incendio della cosa propria, se dal fatto deriva pericolo per l’incolumità pubblica”) e 423bis c.p. (incendio boschivo: “1. Chiunque cagioni un incendio su boschi, selve o foreste ovvero su vivai forestali destinati al rimboschimento, propri o altrui, è punito con la reclusione da quattro a dieci anni. 2. Se l’incendio di cui al primo comma è cagionato per colpa, la pena è della reclusione da uno a cinque anni. 3. Le pene previste dal primo e dal secondo comma sono aumentate se dall’incendio deriva pericolo per edifici o danno su aree protette. 4. Le pene previste dal primo e dal secondo comma sono aumentate della metà, se dall’incendio deriva un danno grave, esteso e persistente all’ambiente”) in capo ai soggetti che eventualmente li abbiano causati; e dell’ipotesi di omissione di atti d’ufficio ai sensi dell’art. 328 c.p. (il quale sancisce che “Il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che indebitamente rifiuta un atto del suo ufficio che, per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o di igiene e sanità, deve essere compiuto senza ritardo, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni. Fuori dei casi previsti dal primo comma, il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che entro trenta giorni dalla richiesta di chi vi abbia interesse non compie l’atto del suo ufficio e non risponde per esporre le ragioni del ritardo, è punito con la reclusione fino ad un anno o con la multa fino a euro 1.032. Tale richiesta deve essere redatta in forma scritta ed il termine di trenta giorni decorre dalla ricezione della richiesta stessa”). Occorre verificare, quindi, in primis le responsabilità dei singoli, e poi quelle degli enti locali (per verificare che abbiano – o meno – applicato le norme che impongono una piena prevenzione di fronte al rischio di incendi e roghi).
L’INIZIATIVA
Basta con la bufala della calamità naturale: gli incendi sono opera dell’uomo e sono causati spesso da comportamenti omertosi e negligenti degli enti locali, che non tutelano l’ambiente e permettono la distruzione del territorio. Per questo sul fronte dei danni subiti dalla popolazione l’Associazione ha deciso di avviare una azione risarcitoria per tutti i
residenti delle quattro Regioni (Puglia, Calabria, Sardegna e Sicilia) danneggiati dagli incendi degli ultimi giorni, cittadini che – attraverso il modulo messo a disposizione dall’associazione – potranno chiedere fino a 10mila euro ciascuno a titolo di indennizzo.
PER ADERIRE
Per partecipare all’iniziativa e scaricare gratuitamente la nomina di persona offesa – da inviare alla propria Procura di riferimento – clicca qui.