Il Supermercato ha avuto un ruolo fondamentale nell’evoluzione dei consumi degli italiani, e tale tipologia di esercizio ha influenzato in modo sensibile i comportamenti, le scelte e le abitudini dei cittadini, determinando una vera e propria rivoluzione commerciale. Non rappresenta solo un luogo di consumo ma è diventato nel tempo un centro di aggregazione sociale, fatto di relazioni e identità ben definite.
La nascita del supermercato è avvenuta negli Stati Uniti nel corso degli anni Trenta e la sua progressiva diffusione globale ha comportato una vera e propria rivoluzione nel modo non solo di fare acquisti, ma anche e soprattutto nel rapportarsi con le merci in vendita, a partire dal cibo. Negli anni ’60 in Italia i supermercati erano concentrati solo nei grandi centri urbani e, a fronte di 1,2 milioni di negozi, se ne contavano solo 128. Negli anni ’70 il loro numero era pari a 607, e solo il 2% del bilancio delle famiglie era destinato alla spesa nei supermercati, contro il 56% degli americani o il 14% dei tedeschi. Numeri lontanissimi da quelli odierni: oggi nel nostro paese si contano 89 ipermercati con dimensione superiore agli 8.000 mq, 270 ipermercati tra i 4.500 e gli 8.000 mq, 8.197 supermercati e 5.275 discount.
Per capire come tale tipologia di esercizio abbia influito sulle abitudini dei cittadini, basti pensare che grazie ai supermercati gli italiani hanno potuto conoscere, cucinare e mangiare prodotti del tutto nuovi e sconosciuti: dai frutti esotici allo scatolame, passando per i surgelati. Hanno reso possibile toccare e guardare la merce, che poteva essere così “studiata” prima di essere acquistata. Nei supermercati possono inoltre entrare liberamente tutti, al di là della classe sociale e del potere di acquisto, circostanza che ha contribuito nel tempo ad uniformare gusti e diete.
Fare la spesa al supermercato non significa però solo riempire il carrello, e rappresenta un gesto “sociale” estremamente rilevante, che ha effetti diretti sull’ambiente, sul territorio, sull’economia, ecc. Per questo un consumo consapevole all’interno di tali punti vendita assume una grande importanza e, attraverso scelte che tengano conto di fattori che vanno al di là del gusto e del prezzo, ognuno può contribuire ad acquisti sostenibili. In tal senso fondamentale importanza riveste l’etichetta dei prodotti: saperla leggere correttamente rappresenta un atto di responsabilità non solo verso il nostro benessere ma anche verso l’ambiente, e aiuta a seguire una sana alimentazione. E’ bene ricordare che le illustrazioni riportate sulle confezioni dei prodotti in vendita presso i supermercati sono puramente indicative: hanno lo scopo principale di richiamare l’attenzione e non sono necessariamente legate all’aspetto reale del prodotto. Attenzione all’ordine degli ingredienti di un prodotto: gli ingredienti sono indicati per ordine decrescente di quantità; il primo dell’elenco è dunque il più abbondante. Attenzione a promozioni e offerte: spesso (si pensi al 3×2) sono finalizzate a farci acquistare un quantitativo maggiore di prodotto (spendendo di più) rispetto a quello di cui abbiamo reale necessità. Consumare il prodotto entro la data di scadenza indicata in etichetta: dopo la scadenza il prodotto può deperire rapidamente e non essere più sicuro per la salute. Non confondere la data di scadenza di un prodotto con il termine minimo di conservazione; se si trova sull’etichetta la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro…”, il prodotto, oltre la data riportata, può aver modificato alcune caratteristiche organolettiche come il sapore e l’odore, ma può essere consumato senza rischi. Controllare il peso netto/sgocciolato dell’alimento; spesso si può essere tratti in inganno dalle dimensioni delle confezioni. Mantenere sempre i prodotti refrigerati e quelli surgelati alla temperatura indicata sull’etichetta e riporli, subito dopo l’acquisto, nel frigorifero o nel congelatore. Ricordare che il freddo non uccide i batteri anche se ne rallenta o ne impedisce temporaneamente la crescita.
Se si compra pesce nelle pescherie ubicate all’interno dei supermercati, controllare i cartelli esposti. Accanto al pesce fresco si può vendere anche pesce decongelato. Il venditore è tenuto ad esporre le indicazioni obbligatorie, tra cui quelle sulla provenienza.
A parità di qualità e prezzo preferire gli alimenti confezionati con materiale riciclato/riciclabile; leggendo bene le indicazioni sul materiale utilizzato per il confezionamento o l’imballaggio (AL alluminio, CA cartone, ACC acciaio): si darà una mano alla salvaguardia dell’ambiente.
La fretta è nemica del consumo consapevole (e delle tasche): prima di mettere un prodotto nel carrello occorre valutare il reale bisogno e se sia migliore di un altro in base al rapporto qualità/prezzo. Considerare anche i prodotti “Private label” ossia quelli che hanno il marchio del supermercato e, quando possibile, preferire prodotti sfusi o alla spina che si comprano senza imballaggi e la cui quantità può essere adattata al reale fabbisogno, limitando così sprechi e produzione di rifiuti. Preferire la filiera corta che garantisce prodotti freschi e di stagione e abbatte gli effetti negativi (per le tasche e per l’ambiente) del trasporto merci.
Realizzato nell’ambito del progetto Consuma consapevole e responsabile, finanziato dal Ministero dello sviluppo economico (DM 7 febbraio 2018)